L’ottocento a Treviso

Nel centenario della nascita, l’ISTRIT commemora l’impegno di ricerca del professor Giovanni Netto con un volume di preziosa attività storica Storico, studioso, docente, amante della cultura, politico impegnato, al servizio della comunità: è l’identikit del professor Giovanni Netto (1922-2007) che, nel corso della sua lunga vita ricca di impegni, ricoprì anche l’incarico di presidente dell’ISTRIT cui conferì ulteriore importanza e lustro, attingendo alla propria inesauribile energia di ricercatore e divulgatore sino a divenire promotore del Museo del Risorgimento – opera purtroppo incompiuta.
E proprio l’ISTRIT ha deciso di omaggiare la figura del professore, nel centenario della nascita e nel quindicesimo anniversario della scomparsa, con un volume intitolato “L’Ottocento a Treviso – Scritti di Giovanni Netto”. Curato dal segretario dell’Istituto Andrea Castagnotto e con un saggio introduttivo dell’avvocato Giovanni Pistolato, il libro attinge al copioso materiale raccolto nel tempo soprattutto grazie al grande lavoro compiuto dal professor Netto. Gli atti dei convegni promossi da ISTRIT e le pubblicazioni dei “Quaderni del Risorgimento” – entrambe iniziative che videro Giovanni Netto in prima fila nell’organizzazione e redazione degli appuntamenti – costituiscono buona parte del corpo di un testo davvero unico che permette di ripercorrere la storia della città e della sua gente attraverso il periodo napoleonico, la Restaurazione, le Guerre d’Indipendenza e l’ingresso nel neonato Regno d’Italia. Testimonianza preziosa dell’evoluzione della società, dei costumi, del pensiero, della storia militare e persino dell’araldica, “L’Ottocento a Treviso – Scritti di Giovanni Netto” è una pubblicazione di rara completezza la cui realizzazione è stata resa possibile dall’impegno dell’Istituto e dall’aiuto concreto del Comune di Treviso che ha agevolato la stampa del libro.
Il volume, presentato ufficialmente lo scorso 28 maggio nel corso di un evento pubblico in Sala Verde di Palazzo Rinaldi con una numerosa affluenza di cittadini e di appassionati di storia, si dipana attraverso tutto l’Ottocento, il secolo del Risorgimento che ha visto la città di Treviso al centro di numerose iniziative.
Dall’accoglienza a Napoleone Bonaparte con la decadenza della Serenissima alla Restaurazione, dalla creazione dei reparti volontari (celebri i “Cacciatori del Sile”) alle campagne per la difesa di Venezia e di Budapest dalle forze austriache, sino al referendum del 1866 che sancì l’ingresso della Marca nel Regno d’Italia ed il successivo sviluppo di un dialogo costante tra cittadinanza e politica per un continuo progresso anche culturale oltre che politico. L’enorme mole di lavoro svolta negli anni dal professor Netto ha così trovato una degna collocazione inattesa che il progetto ancora incompiuto di un museo trevigiano del Risorgimento possa un giorno vedere la luce.
L’idea, partorita sulla scorta della raccolta di materiale eseguita da don Luigi Bailo, è rimasta su carta a causa di tante mancanze, istituzionali, economiche, infrastrutturali: l’auspicio degli attuali vertici dell’ISTRIT è che quanto prima l’impasse possa risolversi coronando l’antico sogno del professor Netto e di Bailo, dotando la città di quella raccolta permanente di documenti e reperti in pubblica esposizione che possa testimoniare nel tempo l’impegno di Treviso e dei trevigiani nella nobile causa dell’unità d’Italia.

di Federico Bettuzzi