DA VESTITI A PANNELLI ISOLANTI

L’idea vincente di Samuele Netto per l’isolamento termico di casa

Il comparto delle energie e dei materiali rinnovabili per l’edilizia sta diventando un settore d’interesse per gli investimenti di grandi aziende ed altre società innovative.
Ad inizio anno, alla fiera Klimahouse 2023 sono state mostrate le migliori soluzioni per le città del futuro. Fra le proposte più promettenti, nel segno della transizione energetica, l’innovativo processo di riciclo delle fibre dagli scarti tessili industriali per isolare in modo efficiente gli edifici. Trasformare i vestiti di ieri nelle risorse produttive di domani.
Pannelli isolanti in lana di pecora: hanno la capacità di assorbire l’umidità e di isolare dagli sbalzi di temperatura. La preparazione consiste nel lavaggio, trattamento della lana con sostanze antitarlo, compattazione e trasformazione in pannelli di varie dimensioni e spessori a seconda del bisogno. Il pannello viene poi utilizzato per isolare pareti e soffitti, inserendolo all’interno di intercapedini così da isolare termicamente ed arginare l’umidità di risalita della casa.
A Treviso Samuele Netto, imprenditore nel settore delle costruzioni, proprietario col fratello di Edilcolor srl di Roncade, sta investendo in pannelli isolanti in fibre tessili riciclate. Ha fondato, con altri, la start up innovativa DP Company srl con sede a Treviso che, in estate, ha ottenuto un finanziamento di circa un milione di euro per passare dall’idea alla produzione industriale.

Può spiegarci cosa sono i “rivestimenti edili sostenibili” brevettati da DP Company e Samuele Netto?
“Sono pannelli isolanti in fibre tessili riciclate. L’idea di produrre pannelli isolanti per l’edilizia utilizzando gli scarti tessili è nata quasi per caso, durante un incontro con il dott. Luca Girotto, dottore commercialista e revisore legale dello studio Veronese & Partners nel 2019”, ha dichiarato Samuele Netto, Fondatore di DP Company. “Grazie al sostegno fornito dalle istituzioni economico-finanziarie trevigiane e venete, assieme a Banca Prealpi San Biagio, oggi questo progetto è praticamente realtà: il business plan prevede che si avvii la produzione nel primo semestre del 2024”.

Ci può raccontare come siete passati dall’idea di rivestimenti edili sostenibili alla fondazione della start up DP Company srl?
“A fine 2019 ho deciso d’investire nello sviluppo di nuovi prodotti per l’isolamento termo-acustico degli edifici, fondando con altri soci DP Company e dotandola delle risorse necessarie per sostenere le spese di ricerca e sviluppo. DP Company ha ideato un sistema di produzione di pannelli per l’edilizia fonoassorbenti e/o termoisolanti, derivanti dal riuso e riciclo dei residui delle lavorazioni tessili. Oltre ad essere ignifughi e/o idrorepellenti, i pannelli possono essere, a loro volta, riutilizzati e riciclati più volte. Il pannello isolante e fonoassorbente e il procedimento di realizzazione sono, poi, stati protetti da un brevetto per invenzione industriale. A marzo 2022 DP Company ha presentato la domanda per ottenere i fondi del PNRR posti in capo al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica i cosiddetti Progetti Faro di Economia Circolare, ricevendo riscontro positivo a dicembre. Sempre a fine 2022 la neonata start-up ha versato l’acconto al fornitore per la costruzione della linea di produzione dei pannelli; I primi mesi dell’anno in corso sono stati necessari per consentire al sistema economico finanziario locale di anticipare il finanziamento del contributo del PNRR da un milione di euro, erogato da Banca Prealpi San Biagio a maggio 2023”.

Avete ottenuto un finanziamento cospicuo dal PNRR. Quali ritiene siano stati i fattori di successo di questa vostra prima raccolta di mezzi finanziari?
“Sicuramente la credibilità dei nostri curricula: non siamo più così giovani e possiamo dimostrare esperienze specifiche negli ambiti produttivi, distributivi, amministrativi e finanziari, senza contare l’approfondita conoscenza del mercato dei materiali edili e dell’industria edile nei quali opero da oltre vent’anni. A ciò si aggiungano le opportunità esterne che abbiamo voluto cogliere: la cogenza del risparmio energetico; la corsa all’innovazione nei materiali per l’edilizia che sta modificando radicalmente la progettazione, l’esecuzione e l’ammodernamento degli immobili; le agevolazioni previste dalla legislazione italiana per le Start Up innovative; l’attenzione proattiva del sistema bancario e camerale che ci hanno seguito ed accompagnato nel passaggio da seed capital a start up capital”.

Quali obiettivi volete raggiungere ora?
“Innanzitutto montare e collaudare la linea di produzione dei pannelli; avviare quindi la produzione; penetrare il mercato italiano dell’isolamento termico che, dalle indagini da noi compiute, ha ampi margini di crescita: l’84% delle pareti esterne dell’intero stock edilizio pari a 8,2 miliardi di metri quadrati necessita di essere riqualificato. Gli edifici, inoltre, sono responsabili di circa il 40% dei consumi energetici e dell’inquinamento, mentre il totale degli involucri edilizi potenzialmente riqualificabili, nei prossimi 10 anni, ammonta a circa 1 miliardo di metri quadrati”.

Qual è la vostra idea di economia circolare?
“La nostra start-up dà vita ad un processo che si inserisce nel novero dell’economia circolare: la materia prima necessaria alla realizzazione del prodotto – che altrimenti andrebbe smaltita in discarica a costo del sistema tessile abbigliamento – trova un nuovo utilizzo ecosostenibile. Gli sviluppi di mercato delle soluzioni ideate da DP Company sono potenzialmente molto interessanti alla luce dei trend della domanda europea di lungo periodo legati a sostenibilità e risparmio energetico.
Da un’analisi dell’Associazione Nazionale Isolamento Termico ed Acustico (ANIT) emerge, infatti che, tra le varie tecnologie per l’efficienza energetica, l’isolamento termico ha il migliore mix di efficienza (costo dell’energia risparmiata pari a 0,13 Euro/MWh) ed efficacia (risparmio medio per intervento compreso tra 17.200 e 26.900 kWh/anno).
Il mercato italiano dell’isolamento termico ha ampi margini di crescita, come detto sopra. La realizzazione di tutti questi interventi porterebbe ad un risparmio nella bolletta energetica superiore ai 5 miliardi di euro; a quasi 9 milioni di tonnellate di CO2 in meno; e, grazie ad investimenti superiori a 100 miliardi di euro, alla creazione di circa 2 milioni di posti di lavoro. In termini di economia circolare, i benefici attesi a livello regionale sono molto importanti, considerando che, in base ai dati di multi utility locali, la materia prima raccolta in Veneto nel 2020 sarebbe pari a circa 2.000 tonnellate, consentendo di produrre almeno 260 mila mq di pannelli isolanti ecosostenibili.”.

di Sabrina Danieli Franceschini