Luca Fraccaro, neo presidente CONFAPI Treviso

Un’ associazione d’imprenditori rappresentativi nel territorio, con le istituzioni e per il sociale

Sto girovagando fra le gondole del mio supermercato di fiducia, di rientro da un giro di distribuzione pasti ai nuovi fragili, quegli ultrasettantenni che vantano patrimoni immobiliari consistenti ma vivono in solitudine e con redditi inadeguati a sostenere il caro vita.
Riscontro che, per festeggiare bene la Pasqua, i prezzi di tutti gli alimentari sono raddoppiati.
Porto con me una minuscola borsetta di farmaci utili a curare i miei malanni di stagione, minuscola borsina che ha generato uno scontrino di oltre cinquanta euro. Ripenso ad una larga parte di popolazione, sempre più ampia, che deve decidere se mangiare o curarsi.
Un amico di lunga esperienza nella grande distribuzione mi ha appena ragguagliata: nella seconda metà del 2022 i prezzi delle materie prime (oli vegetali, carni, lattiero caseari, cereali) sono scesi dopo aver toccato il picco nel bimestre maggio e giugno 2022. Ma le quotazioni restano ben al di sopra delle medie degli anni 2018-2020. L’aumento dei prezzi si è accompagnato, nel caso delle coltivazioni, ad un calo dei volumi prodotti nel 2022 (-2,2% rispetto al 2021, secondo il rapporto stima preliminare dei conti economici dell’agricoltura, Gennaio 2022), riconducibile a un’annata caratterizzata da eventi climatici particolarmente sfavorevoli. Nel 2023 le prospettive climatiche non sono favorevoli: inverno secco, primavera fredda, poca acqua.
Il corriere Amazon mi consegna un’elegante Colomba Fraccaro. Regalo acquistato online da un’amica che conosce la mia predilezione per gli zuccheri.

Raggiungo Luca Fraccaro, l’autore della sinfonia al pistacchio. Ed ecco la nostra conversazione.

Lei è stato da poco eletto presidente di Confapi Treviso per il triennio 2023-2026. Quali obiettivi di mandato si è posto?
“Quello che ci siamo prefissati, è sicuramente far crescere il numero degli iscritti, per dare più corpo all’associazione, mantenendo però la politica “famigliare”, ossia dare importanza primaria alle relazioni tra di noi, senza troppi formalismi, in pratica deve essere la casa dell’imprenditore. Secondo obiettivo quello di migliorare il collegamento tra associazione – socio, tramite addetti che si dedicheranno specificatamente a contattare le aziende per capire come essere di aiuto. Terzo aspetto, essere rappresentativi nel territorio, con le istituzioni ed il sociale”.

Secondo le rilevazioni pubblicate al Parma Food Summit sono cambiate le abitudini dei consumatori: la Generazione Z pone attenzione alla sostenibilità; i Millenials sono più attenti all’origine degli ingredienti. Come rispondono le aziende alimentari a questi cambiamenti dirompenti?
“Stiamo vivendo momenti di grandi cambiamenti, e soprattutto molto velocemente. Viviamo situazioni legate alla moda del momento, e situazioni che stanno cambiando modo di vivere e di mangiare. Io vedo che molte aziende alimentari – dalla grande alla piccola – si stanno evolvendo, seguendo appunto il mercato. Sappiamo tutti, che ormai il compito dell’imprenditore, è quello di guardare fuori per poi portarlo all’interno della propria azienda. Chi sarà più attento, sarà vincente nel prossimo futuro, questa è la sfida del mercato. In ogni caso io vedo che ogni cambiamento può portare difficoltà ma anche opportunità, quindi noi imprenditori dobbiamo essere bravi a capire dove virare, evitando la burrasca per andare verso il sereno. Ecco perché ci teniamo molto al confronto diretto tra noi, perché sono le idee, le esperienze che possiamo scambiarci che ci possono aiutare”.

Secondo l’Osservatorio Ecommerce B2C, nel 2022 le vendite online di food&grocery sono aumentate del 38% sull’anno precedente. Che rapporto ha la sua azienda con l’ecommerce?
“Purtroppo abbiamo visto aumenti su tutti i fronti, cosa che ci ha penalizzati enormemente, non solo sulla gestione vendite-acquisti, ma anche a dover far fronte ad un calo dei consumi, dovuto ovviamente al calo del potere di acquisto. La speculazione e’ una brutta bestia, e negli ultimi anni, è cresciuto di molto questo altalenarsi di prezzi, con situazioni molto pesanti per le aziende. Tutti noi comunque, crediamo ad un rientro dei prezzi, sicuramente legato all’andamento del conflitto Ucraina-Russia. Noi abbiamo il nostro sito ecommerce, ma collaboriamo anche con altri siti, quali per esempio Amazon. Sicuramente cresciuti moltissimo dalla pandemia, e che comunque rimar-ranno un caposaldo a livello globale. Diciamo un mercato parallelo, ma che anche questo ha contribuito a cambiare alcune regole”.

Secondo ISMEA Mercati, ad oltre un anno dalla guerra, gli scenari catastrofici di aumento dei prezzi delle commodities non si sono avverati. Tutt’altro: il FAO Index rileva a gennaio 2023 che gli oli vegetali costano il 24% in meno sull’anno precedente, il frumento duro è sceso del 16,5%; il frumento tenero del 17%. Perchè, allora, i prezzi al consumo sono aumentati del 30%?
“Vero che qualcosa sta calando, purtroppo bi-sogna in primis analizzare mercato e mercato, poi verificare se tutte le materie prime del prodotto specifico sono calate o meno. Le faccio un esempio, nel nostro caso è vero che qualcosa è calato, ma a controbilanciare ci sono stati gli aumenti importanti delle uova come dello zucchero. Poi un conto è il costo del prodotto puro, ed un altro del prodotto lavorato, o meglio che serve a noi per la produzione”.

Secondo il Report Coop, il 40% dei manager del settore Food & Beverage è pronto ad inserire a scaffale paste e farine da grani antichi, prodotti low carb e a maggior contenuto di proteine. Lo stesso campione dichiara che un italiano su cinque preferisce Labmeat ad alternative vegetali Plantbased. Dal suo osservatorio aziendale ed associativo, Lei come vede l’evoluzione del gusto alimentare?
“Le confermo che c’è molto fermento nei prodotti proteici, quindi ad alta percentuale di proteine, stanno tirando molto, e sicuramente avranno la loro parte a scaffale, come il Plant Based ed il Labmeat. Al momento vediamo che il Plant Based, sta crescendo, e qui si trovano i consumatori più giovani, in quanto sensibili alla sostenibilità e preparati nell’alimentazione. Io vedo che in futuro ci saranno cambiamenti, sicuramente il vegetale non può che crescere, sia per l’attenzione alla dieta, sia per l’attenzione a cosa si mangia, e non ultimo per le indicazioni che stanno arrivando dalla Comunità Europea. I derivati animali, comunque, avranno il loro spazio, anche perché fanno parte della nostra tradizione.”

di Sabrina Danieli Franceschini