Alla Pasina

Dove eleganza, qualità e cordialità sono di casa

Dalla tipica osteria di campagna con il camino a fare atmosfera dietro la chiesa di Dosson alla nuova sede, un vecchio cascinale Veneto dell’800 portato alla splendida luce come il giardino estivo. Un ambiente curato, caldo, famigliare che rispettava il carattere di Giancarlo Pasin e di Teresa Celotto insostituibile compagna nel lavoro e nella vita di Carlo per oltre 55 anni.

DA SINISTRA: TERESA, GIANCARLO E I FIGLI SIMONE E NICOLETTA

Siamo a Dosson al Ristorante Alla Pasina nel cuore della zona del famoso radicchio Rosso di Treviso fiore che Giancarlo amava e che proponeva in mille modi in maniera straordinaria.
Nel 2000, la famiglia acquista questa cascina, la demolisce, la ricostruisce e ora offre agli affezionati clienti un locale di classe, dalla cucina raffinata e dalla convivialità quasi famigliare e ora è in grado di ospitare 200 persone e offre anche 7 camere eleganti e dotate dei migliori confort.
L’azienda è sempre stata a conduzione famigliare: Giancarlo Pasin chef, la moglie Teresa al banco e a seguire la contabilità, il figlio Simone in sala e addetto alla scelta della carta vini e la figlia Nicoletta invece segue l’albergo ma adesso che Giancarlo è venuto a mancare gli equilibri sono stati ridisegnati.

Cos’è cambiato con la morte del papa?
“Non molto -dice Simone-. Pur rimanendo sempre presente, negli ultimi anni si era un po’ defilato

SIMONE ALLA GUIDA

ma è chiaro che per tutti noi era un riferimento, un faro.
Era lui che acquistava carne, frutta e verdura e aveva un occhio incredibile: non sbagliava un colpo.
Il testimone, in cucina, è passato ora nelle mani di Francesco che per sette anni è rimasto a fianco di Giancarlo che in questo tempo gli ha trasmesso la passione per i fornelli e per la cucina e ora cammina con le sue gambe senza sbavature”.

Avete rivisto anche il menu?
“Da sempre puntiamo sui prodotti della stagione quindi cambiamo spesso anche se ultimamente proponiamo molte ricette a base di pesce non perché rinneghiamo la carne ma perché il cliente si è avvicinato maggiormente al pesce perchè non appesantisce.
Per il resto, pane e dolci continuano ad essere di nostra produzione”.

La vostra mission quindi rimane la stessa.
“Puntiamo sulla “identità Pasina”, quindi i nostri ospiti quando vengono a trovarci è come se fossero a casa e sanno che possono gustare, i nostri piatti forti, ovvero la pasta e fagioli e tutti i menù con il “fiore che si mangia” ovvero sua maestà il radicchio di Treviso.
Il nostro segreto infine è quello di mettersi sempre in discussione quindi leggo le recensioni e leggo molte ricette per capire le vari differenze”.

Organizzate molte serate a te-ma…
“Il club del sigaro ne organizza molte dove si abbina il sigaro ad un determinato vino e poi, dopo la ce-na, si fuma un sigaro con un liquore generalmente un rum. Poi tutti i mercoledì ospitiamo il terzo livello di sommelier della FISAR, poi diverse serate di verticali con vini e piatti particolari”.

Quali i prossimi obiettivi?
“Ci piacerebbe ridurre la sala da pranzo e aumentare le ca-mere e magari realizzare una piscina in giardino. Ma senza fretta…”.

Il libro scritto dal papà: “Il fiore che si mangia” ha riscosso molto successo…
“A dire il vero l’ho scritto io anzi più che scritto ho solo raccolto le ricette che mio padre aveva scritto, e si, è davvero andato bruciato”.

Ma è vero che tuo padre ha cucinato anche in Malesia?
“Verissimo. C’è stato un gemellaggio e questo prevedeva che alcuni chef della nostra provincia cucinassero in Malesia purtroppo non andò bene perché appena contattati questi cuochi chiedevano quanto avrebbero dovuto rimanere nel paese Asiatico e quanto venivano pagati.
A Giancarlo invece, questo non interessava. Dopo aver parlato con mia madre partiva ma senza pensare a soldi e tempo e così ha conquistato il Re di Persia che dopo averlo visto all’opera e assaggiato le sue specialità lo ha invitato a cucinare per una serata benefica da lui organizzata ed è stato un vero successo”.

Ha cucinato anche al motomondiale?
“Beggio della Aprilia lo aveva contattato per curare l’area ospitalità della sua scuderia per quando arrivavano stampa, autorità e vip.
Una sera, verso le 22 mentre stava sistemando la sala entra Valentino Rossi: “So che questa non è la mia scuderia -dice- ma mi hanno detto che in questo posto cucina il campione del mondo degli chef. Posso fermarmi?”. “Certo risponde Giancarlo tutti sono benvenuti nella mia cucina. Non ho mai fatto nessuna distinzione ed è stata una serata indimenticabile”.

Anche tu hai un passato con i motori. Ce ne parli?
“Gareggiavo per la Villorba Corse di Amadio e ho gareggiato sia nei Go Kart che nel turismo e gare di durata.
Ho corso in tutta Italia: 6 ore di Vallelunga, 6 ore di Misa-no, 8 ore a SPA in Belgio e ho ottenuto diversi piazzamenti importanti”.

di Giampaolo Zorzo