A cosa serve un profumo?

Il meraviglioso mondo di Sara Marafatto,

naso di “La Maga” e “Aromiere”

Nei viali trevigiani all’approssimarsi della notte nera di giugno, l’aroma dei tigli si espande sinuoso, munifico, inebriante nelle finestre boccheggianti e spalancate su piazze accaldate; riempie di dolcezza l’animo rinchiuso nei sussulti angosciati di questo inizio secolo del terzo millennio.
Non siamo più canto, luce e bontà, dicono le cronache urlate alla tivù ma nel naso e nella gola si apre, teneramente, la grata affezione per questi geronti lignei, antiche rappresentazioni di Afrodite, capaci di resistere oltre mille anni. A cosa serve un profumo? Quello dei tigli propiziava gli affari: per i greci raccogliersi sotto le fronde consentiva di trattare al meglio. Alle città come Treviso aiuta a nascondere l’olfa che sale dai tombini del centro, impotenti contro le molecole olfattive ma potenti contro le vetrine dei negozi e delle osterie.
Gli avi diffusero rapidamente le attenzioni mediorientali per l’olfatto: i primi saponi e le prime essenze erano importate a Venezia e da qui redistribuite via terra e via mare.
A Palazzo Mocenigo un’intera sezione dedicata alla profumeria racconta e dimostra come attecchì quest’arte nelle nostre terre, terre di amore e seduzione.
Blanca, lagottina romagnola, fa fremere il tartufo mentre trotterella a fianco; abbiamo sintonizzato il naso: in entrambi le mucose raccolgono gli stimoli e li trasportano al cervello per decodificarli. Neuroni specializzati con un ciuffo di ciglia prolunganti in fibre nervose attraverseranno il tetto delle fosse nasali e da lì, ai bulbi olfattivi dove altri neuroni raggiungeranno il cervello innescando la percezione, gradevole o sgradevole.
Altri aromi si aggiungono, sovrastano e con-fondono quello dei tigli. Maschi e femmine passeggiano sotto la coltre verde, nel buio solo pro-fumi e sussurrate parole a distinguerle dagli altri fiori.
Presto incontrerò Sara Marafatto, La Maga, titolare di una piccola e meravigliosa azienda che produce profumi ereditata dal papà. Sara, grazie anche all’aiuto del fratello Andrea e di bravi collaboratori, con passione e creatività ha raddoppiato il business e creato progetti sulle fragranze e sui profumi molto interessanti.
Una comune amica me la descrive “Ha messo in cantiere nuove idee e visioni. E’ un naso, esperto e qualificato e, soprattutto, avendo avuto l’occasione di frequentarla, l’ho scoperta una donna, di cuore e di capacità, oltre ad una professionista instancabile”.

Sara Marafatto, quarantenne trevigiana, è anche La Maga buona della Polisportiva di Preganziol, dove sostiene le attività dei miniatleti.

Il Covid ha colpito duro anche il settore della profumeria come quello della cosmesi: chiusi in casa uomini e donne hanno smesso di volersi desiderabili. Fortunatamente il trend è cambiato nel 2021: secondo Confindustria Cosmetica Italia, il mercato delle fragranze ha recuperato in media il 15% del mercato europeo ed il 41% in Italia; aiutano la combinazione di vendite online e offline, il superamento del confine di genere, un packaging da “collezione”, una declinazione green e la capacità di alleviare dallo stress.
Si avvicina il tempo del dialogo con Sara Marafatto, Naso italiano, naso che si dedica agli umani e pure ai cani e ai gatti; è il tempo della grazia e della bellezza.

A che cosa serve un profumo?
“E’ la nostra memoria OLFATTIVA; sono stati definiti oltre 400.000 tipi diversi di odore. La parte del nostro cervello interessata dall’annusare è il sistema limbico chiamato anche rinencefalo; dal punto di vista evolutivo si è sviluppato milioni di anni fa, per questo motivo si parla di “cervello vecchio”.
La sua dimensione rispetto alla massa celebrale è piccola ma ha un’importanza primaria, sul controllo delle emozioni, dalla gioia alla paura, sulla percezione della sete e della fame, sulla sfera amorosa e sessuale, ed in pratica su tutto quello che è la percezione di noi e del mondo. Ci sono profumi che riconosciamo grazie alla nostra esperienza di vita e altri invece che vengono comunque riconosciuti in modo innato dall’evoluzione della nostra specie, dall’intuito, come ad esempio l’odore del latte materno a cui il bambino si protrae appena nato.
Man mano che trascorrono gli anni saremo in grado di riconoscere e dare una interpretazione emotiva agli odori, gradevoli o sgradevoli.
Sono state fatte delle ricerche in merito all’energia sviluppata dalle cose, dalle piante, dall’essere umano.
Si sono misurate le diverse intensità dei campi energetici e si è scoperto che siamo attratti (quindi ne apprezziamo la manifestazione odorosa) dai “viventi “ che portano un’alta energia. Allo stesso modo quando il “vivente” muore, deperito, putrefatto cambia odore, diventa un’esalazione che registra energia molto bassa distante dalla sfera energetica di attrazione.
E’ noto oramai che l’attrazione verso il proprio partner è inconscia: infatti inconsapevolmente ci è piaciuto il suo odore, è stata una simpatia a “pelle”.
I ricercatori hanno motivato più volte che siamo in grado di scegliere in nostro compagno sulla base del mix ormonale. Molti degli oli essenziali sono ormoni simili.
In altre parole la vita è attratta dalla vita, non poteva essere altrimenti. Gli oli essenziali catturati dal re-spiro della pianta profondono alta energia.
I freschi frutti, i fiori, i freschi ramoscelli, le nuove gemme, i cespugli, i fragranti legni di alberi maestosi… un tripudio di energia primordiale “micro-informata” alla quale dobbiamo protenderci come fonte inesauribile di vitalità. A che cosa serve un profumo (riassumendo…). Un profumo è una culla di ricordi, di emozioni, di vita. Il profumo e’ una memoria, un racconto invisibile pronto ad essere rievocato a distanza di anni, cosi limpido e perfetto.
Sorprendente spaccata di un attimo… Il profumo va scelto con l’istinto, deve farci stare bene con noi stessi e lasciare traccia di noi. Ogni mattina ci svegliamo nuovi.. durante la notte le nostre cellule si sono rigenerate… indossiamo d’istinto il profumo che ci fa sentire meglio e la giornata inizierà al TOP!”

C’è differenza fra le essenze ed i profumi?
“Sorprendentemente il termine di olio essenziale non sempre vuol dire estratto dalle piante. Esistono riproduzioni di sintesi degli essenziali, che ne imitano l’odore e la composizione chimica. Si parla in-fatti di oli essenziali ricreati in laboratorio. Oppure di molecole odorose di profumeria che servono a costruire composizioni olfattive particolari, non presenti in natura ma comunque piacevoli. Per la creazione di un profumo e’ necessario porsi in una condizione di massimo ascolto del cliente.
Una bella conversazione mi portera’ a scoprire i gusti alimentari, le preferenze di colori, i luoghi piu’ apprezzati, il mood sportivo, elegante o casual, …. e la personalita’ …se ying o yang… E’ possibile suddividere gli oli essenziali per predominanza YING E YANG da consigliare per contrasto alle persone con predominanza YING o YANG (indipendentemente dal sesso). Un buon naso deve avere ottime orecchie e una spiccata intelligenza emotiva nel comprendere al volo cosa il cliente sta cercando. Talvolta quando si lavora per gruppi di acquisto diventa sfidante creare collezioni di profumi perché ho il compito di offrire composizioni olfattive nuove che vengono incontro alle diverse personalità di chi “annuserà’” il prodotto a scaffale.
Nel momento storico che stiamo vivendo, così particolare, noto una propensione alla ricerca della naturalità, della fragranza soave, rassicurante, in grado di portare pace e serenità interiore. Queste caratteristiche le ritroviamo in numerosi oli essenziali, sia floreali come la Lavanda, la Rosa, il Gelsomino. sia legnosi, tra cui il Patchouly e il legno di Sandalo.
Gran parte degli oli essenziali provengono dall’estrazione per corrente di vapore. Il vegetale viene posizionato in cesti e il vapore acqueo generato risale e distacca le delicate molecole di olio essenziale.
Segue verso il basso la fase di raffreddamento che permette di raccogliere il prodotto di uscita. L’olio essenziale può essere utilizzato puro, per l’aromaterapia nell’ambiente: diffusori elettrici ad ultrasuoni, bruciatori d’essenza a mezzo tea-light, Umidificatori elettrici o di coccio (termosifoni).
Gli oli essenziali, puri o uniti a molecole di profumeria, vengono impiegati in formulazioni a base di alcool. L’alcool che preferisco proviene dalla distillazione della canna da zucchero, ha una nota pungente ma allo stesso tempo gentile.
La composizione olfattiva, cioè l’armonia creata tra i diversi ingredienti odorosi, viene unita all’alcool per un tempo di macerazione di 20 giorni.
Trascorso questo tempo, si passa all’operazione di filtraggio a mezzo di filtropresse che tolgono dalla miscela le impurità e le parti insolubili.
A questo punto il profumo viene controllato e verificato per corrispondenze olfattive e se l’esito e’ positivo può essere inflaconato.”

Cosa distingue la cultura profumiera italiana dalle altre?
“Preferisco sdoganare il credo che il profumiere italiano sia migliore del collega europeo, americano o dal far-East..
Proprio perchè le materie prime vengono attinte in ogni luogo del pianeta siamo abituati tutti i giorni a fare il “giro del mondo”. Noi Italiani, e questo mi piace pensarlo, abbiamo tante chance in più che derivano dal nostro “bel paese”, dalla bellezza che ci circonda in “ogni dove” posiamo lo sguardo.
Sono fortunata ad essere nata e ancora così vicina alla mia Venezia, bella, unica, un’icona di città senza tempo…
Un “porto di mare” dove culture si sono sempre incrociate, una città fatta di ponti, che uniscono case, sestrieri, l’Isola alla terraferma… e mi piace pensare anche più in là, a Ponti di Pace che devono saper unire le culture per la costruzione della nuova società. Non tutti sanno che il profumo nasce a Venezia, non in Francia, il primo profumo fu creato dallo “Spezier” (il nostro moderno farmacista…) a seguito di un ordine preciso di un ricco veneziano con lo scopo di “far innamorar”.
L’arte profumiera italiana oggi accetta nuove sfide, quelle del benessere della persona e dell’ambiente che ci circonda, e la sostenibilità sia nelle materie prime impiegate che nel green-packaging. Stiamo riscoprendo la cosmetica solida, come le saponette al posto del bagnoschiuma, con formulazioni innovative e plasticfree.”

Posso diventare “naso” a qualsiasi età? E come?
“Abbiamo il compito di creare composizioni olfattive, proprio come il compositore scrive lo spartito, pensando ad ogni nota, come far seguire un suono all’altro al fine di creare una melodia…
Per me la melodia è l’Armonia che riesco a creare unendo un ingrediente all’altro. Per poter svolgere questo lavoro è necessario conoscere bene ogni singolo ingrediente che si e’ pensato di impiegare. Come il pittore immagina il suo quadro, così il naso prima “sogna” il nuovo odore…
L’ispirazione la si può avere da qualsiasi situazione, a me personalmente fa da Musa la Natura, infatti i profumi migliori li creo, li immagino, viaggiando, passeggiando nei boschi o mentre sono in Laguna.
Per memorizzare le caratteristiche di ogni ingrediente ci vuole del tempo.
Personalmente ho iniziato ad annusare con coscienza le diverse materie prime fin da bambina, grazie all’attività di famiglia.
Non e’ facile avere questa possibilità per la quale mi considero molto fortunata anche perché il mio “gioco da bambina” e’ diventato presto pura passione. Ed accade ancor oggi di notte che all’improvviso sogno un nuovo contrasto di essenze… e mi sveglio per appuntarlo e di primo mattino aver la voglia sfrenata di “provare come viene…”.
Le combinazioni tra le oltre 3.000 materie prime a disposizione sono presso ché infinite, o comunque talmente tante da non bastare una vita.
Ho ancora la convinzione che “il miglior profumo” deve ancora essere creato… e la sfida di tutti i giorni è inseguire questo sogno, che è diventato il mio lavoro.
Posso consigliare a chi vuole intraprendere questo meraviglioso viaggio/avventura di impegnarsi in una formazione chimica con master in profumeria. La miglior scuola di formazione è a Grasse, in Francia. Da qualche anno a Padova l’Università organizza anche corsi di formazione in partnership con l’Isipca. Ci sono poi numerosi corsi di formazione amatoriali, aperti a tutti, perché… non è mai troppo tardi per occuparsi di ciò che piace”

Chi è Sara Marafatto

Data di nascita: 27/12/1973
Dal 1991 ad oggi Sara Marafatto ricopre il ruolo di Amministratore della società La Maga srl, azienda storica veneziana fondata dal padre Roberto Marafatto nel 1981 avente come oggetto la fabbricazione di profumi e di preparati cosmetici di erboristeria.
Sara fin da subito ha acquisito i principi dell’arte della profumiera: il suo talento innato di riconoscere gli odori e di armonizzarli per creare composizioni olfattive innovative e uniche, ha fatto sì che la sua carriera all’interno della azienda di famiglia si concentrasse principalmente nel ramo di Ricerca e sviluppo. Nell 2007, alla morte del padre, Sara assume anche il ruolo direttrice di ricerca e sviluppo dei nuovi formulati diventando profumiera e naso dell’azienda. L’azienda Maga negli ultimi 10 anni si è consolidata molto, con clienti affermati italiani ed esteri. Nel 2022 la nuova visione diventa l’Innovazione ed e’ proprio in questo contesto che Sara Marafatto decide di aprire “Parfurm Art Studio”. Questa nuova azienda si specializzerà nel ramo di Ricerca e Sviluppo di nuove formulazioni cosmetiche e di profumeria.
I prodotti e servizi offerti da questa azienda son il risultato di:
• Ricerca e sviluppo di nuove fragranze tramite armonizzazione di olii ricavati da fiori e piante naturali BIO certificate o da certificare;
• Studio olfattivo aromaterapico volto ad analizzare i possibili benefici che si ha nel momento in cui si è in un ambiente che presenta determinate caratteristiche olfattive;
• Studio di “brand olfattivi” ovvero la ricerca determinate fragranze che si contraddistinguono in particolare e che posso essere associate a un marchio distintamente;
• Creazione di cosmetica solida che consenta di far venir meno il packaging di plastica;
• Studio di fragranze biologiche che se utilizzate in campo animale possono fungere da antiparassitari.

di Sabrina Danieli Franceschini