MO…bilità a due ruote

Se pensavate che SEAT, brand giovane del gruppo Volkswagen, commercializzasse solamente autovetture, vi sbagliavate.

Dalla Spagna arriva un nuovo prodotto a due ruote, full electric, che promette di diventare
una soluzione ai problemi di traffico ed inquinamento delle città.

“E mo’ che se fa?”: a Roma questa espressione gergale è un vero classico. Di fronte agli imprevisti, ci si chiede come si possa reagire con rapidità, a partire da quel “mo’” che significa “adesso, ora”.
Chissà se in Spagna, sede del brand SEAT, hanno pensato al dialetto della Città Eterna per chiamare appunto MO (in maiuscolo, senza apostrofi né accenti) l’ultima realizzazione pensata per le esigenze delle città sempre più trafficate e con pochi spazi per parcheggiare. O se semplicemente gli addetti al marketing della sezione iberica del colosso VW hanno voluto solo troncare l’abusato “mobility” con la scusa di un mezzo rivoluzionario.

Già, perché per la prima volta il marchio della S non è apposto sulla mascherina frontale di un veicolo a quattro ruote, bensì su uno scooterone, un veicolo a due ruote pensato per facilitare la ricerca da parte della clientela di un mezzo semplice da guidare, abbastanza economico, non ingombrante ed ecologico.
SEAT MO è appunto questo: uno scooter di dimensioni medie, omologato per trasportare due persone, a trazione interamente elettrica e con alcune chicche tutte da scoprire.

DA QUATTRO A DUE RUOTE: PROVOCAZIONE?
Ad un profano della mobilità automatica a due ruote, quella di SEAT potrebbe apparire come la classica provocazione senza troppe pretese o addirittura un esperimento unico nel proprio genere.
Ma non è esattamente così: basta ampliare di poco l’orizzonte per scoprire che nel panorama europeo non mancano le Case automobilistiche dotate di una sezione moto (o scooter).

È il caso di Peugeot, che da decenni ha avviato una collaborazione con Honda che ha sfornato apprezzati scooter – il più famoso è lo Speedfight/X-Fight, molto apprezzato dai giovani a cavallo degli anni 2000; ma anche Renault ha battuto la strada dello scooter (in collaborazione con l’italiana Benelli) prima di virare sui quadricicli elettrici. E persino BMW, nata un secolo fa come fabbrica di motori d’aereo, ha sviluppato nel tempo non solo una nutrita ed agguerrita divisione Motorrad ma persino degli interessanti progetti automatici: dal pioneristico C1, il primo scooter dotato di cellula protettiva e guidabile senza casco, all’attuale gamma composta dai C400 e dal CE04.
Ed è proprio con quest’ultimo modello, anch’esso full electric, che SEAT MO intende misurarsi, puntando su una filosofia più giovane, dinamica, semplice eppure efficace. Senza scomodare il brand Ducati, sempre parte della galassia VW ma con connotazioni precise, in SEAT hanno optato per una soluzione alla portata di tutti, senza esasperazioni ma con un’ampia versatilità di utilizzo.

COM’È FATTO: LA TECNICA
Partiamo da un presupposto: è uno scooter e come tutti gli altri appartenenti a questa speciale categoria di veicoli si caratterizza per il baricentro medio, il motore posteriore con trasmissione nel forcellone, lo sterzo esclusivamente anteriore, il vano sottosella ideato per ospitare un paio di caschi jet. A cambiare le carte in tavola è ovviamente la presenza di un propulsore elettrico che garantisce silenziosità e utilizzo in ogni condizione, anche nelle giornate di blocco del traffico. L’estetica del MO è piuttosto minimal, con un fanale tondo a dominare l’anteriore al pari del piccolo parabrezza, sufficiente a proteggere il conducente dal flusso d’aria almeno sino ad andature urbane – come optional è disponibile un plexiglass maggiorato. La carrozzeria è ridotta all’essenziale, con le fiancatine posteriori, lo scudo sdoppiato a contorno del faro, il parafango al di sopra della ruota anteriore da 15” (dietro c’è un generoso 14” che offre un’ottima presa sull’asfalto). Mancando un tunnel centralmente, la pedana può essere ampiamente sfruttata dal guidatore per trovare la posizione più congeniale alla guida e questo è un particolare da non sottovalutare per i piloti di altezza notevole.
La sella, piuttosto comoda, presenta delle maniglie posteriori non molto intuitive per l’eventuale passeggero, ma l’altezza di 775mm da terra in compenso favorisce un’ottima abitabilità per chiunque. Sotto il canotto di sterzo, poi, trovano posto due prese USB per la ricarica di smartphone o altro dispositivo: una chicca, in linea con l’idea di mobilità intelligente.
La vera sorpresa, ovviamente, è rappresentata dal motore, un’unità elettrica sincorna a magneti permanenti dalla potenza massima di 12 CV e dalla coppia massima di 240 Nm: valori notevoli, trattandosi appunto di uno scooterone pensato per l’uso urbano. Ma il colpo di genio assoluto è rappresentato dalla batteria che è rimovibile in modalità trolley: pochi semplici movimenti e si può asportare il comparto dal blocco motore per trasferirlo su rotelle in casa, approfittando di una presa domestica per la ricarica. A proposito, se vi siete chiesti quanto tempo occorra per fare un pieno di energia ed a che costo, eccovi accontentati: la batteria del MO raggiunge piena potenza tra le 6 e le 8 ore, con una spesa media pari a quella di un caffè al bar, per ottenere in cambio un’autonomia di circa 130 chilometri.

COME VA: IN MOVIMENTO
Tre modalità di utilizzo e coppia immediatamente disponibile: sono queste le caratteristiche basilari del MO che su strada conferma le doti di mezzo versatile e silenzioso.
In versione Eco, sacrificando la velocità (massimo tarato a 65 km/h) si ottiene una durata prolungata della batteria; la City innalza a 80 km/h il limite raggiungibile, con un’erogazione sempre fluida ma più potente; per i più esigenti c’è la Sport, che spinge il MO sino al massimo (120 km/h) ma che è attivabile solamente con la batteria dotata di più del 20% di carica. In movimento il peso del veicolo, di circa 165 chili, si avverte soprattutto nelle curve più strette richiedendo un minimo di presa e di abitudine propria dei centauri, mentre gli automobilisti meno esperti della conduzione a due ruote dovranno fare un po’ di attenzione. In compenso, il MO permette di muoversi con sufficiente destrezza nel traffico anche più caotico e, dettaglio non da poco, può sfruttare la retromarcia per le manovre più complesse, non solo di parcheggio – issare sul cavalletto centrale il mezzo è comunque possibile senza sforzi eccessivi.
Difetti? L’estetica come detto non fa impazzire né risulta così caratterizzante e, rispetto alla concorrenza bavarese, servirebbe un maggiore catalogo optional per ingolosire la clientela. Ma si tratta pur sempre di un prodotto nuovo che esplora una nicchia mai considerata prima da SEAT, quindi non è escluso che col tempo la Casa possa colmare queste lacune.

GIUDIZIO COMPLESSIVO
Trovare un veicolo alternativo all’automobile elettrica che non ne faccia rimpiangere le doti motoristiche ma che risulti più semplice da utilizzare, è possibile. Ed il MO, omologato come veicolo 125cc (quindi non utilizzabile in autostrada), è guidabile nel nostro Paese sia con patente A1 (conseguibile a 16 anni) che con la patente B – se ci si reca all’estero, è necessaria invece la A1 o A2. Questo dettaglio si traduce nella possibilità, tanto per gli studenti non ancora maggiorenni quanto per gli adulti di usufruire di un mezzo pratico e semplice da condurre, con costi di utilizzo piuttosto ridotti e grandi benefici per l’ambiente. Il prezzo? Per mettere SEAT MO nel vostro garage occorrono 6500 euro, che è una richiesta alta in confronto alle alternative termiche del segmento 125 ma che può abbassarsi di almeno 2mila euro e dunque ritrovare piena competitività con gli incentivi statali. La stessa SEAT propone anche la soluzione rateale, con quote da 99 euro al mese per quattro anni: davvero alla portata di tutte le tasche.

di Federico Bettuzzi

Si ringrazia Borsoi Srl per la concessione del veicolo in prova.
Per ulteriori informazioni www.borsoi.net