RAIN MAN POTRA’ LAVORARE!

Ci pensano Holos e Laura Lovisa.

Quindici anni fa le uniche informazioni di cui disponevo sul tema autismo provenivano dal film Rain Man e dall’osservazione di una giovane e bellissima collega, primipara di un bimbo successivamente diagnosticato essere affetto da autismo. Nella mia scarsa conoscenza, la narrazione eroica americana si mescolava con la quotidiana fatica italica. Nel 2022 incontro Laura Lovisa, direttrice di Holos, candidata al Premio Donna 2021. Nel 2021 Holos ha richiesto ed ottenuto dalla Regione Veneto l’autorizzazione allo svolgimento di attività di ricerca e selezione del personale nel territorio veneto ottenendo l’iscrizione all’albo delle agenzie per il lavoro. Laura Lovisa ha deciso di cambiare le regole del mondo del lavoro per consentire agli adulti affetti da disturbi dello spettro autistico di esprimere la loro voglia e capacità di “stare dentro il cammino della storia, sentendosene protagonisti ciascuno per la propria parte e partecipando con la propria offerta”.

Ne esce questo interessante dialogo che vi proponiamo.

Cos’è Holos e perché ha scelto di dirigerla?
“Holos è un’associazione; nasce a fine 2019 e si sviluppa sulle radici di Castel Monte, ovvero della realtà di eccellenza nel campo dell’assistenza domiciliare e della residenzialità “Casa del Campo” di Cavaso del Tomba, struttura in convenzione con ULSS di Treviso e Belluno. Con la creazione di Holos si è deciso di puntare sulla formazione di operatori, medici, psicologi ed educatori, occu-pandosi in modo specifico del tema dell’accompagnamento al lavoro e dei progetti di vita indipendente legati al “Dopo di noi”. Quando, verso la fine del 2020, ho concluso anticipatamente il mio percorso lavorativo, ho deciso che avrei dedicato il mio tempo e le mie energie nel volontariato. Ed è così che ho ripreso i contatti con una vecchia conoscenza, il dott. Giuseppe Possagnolo Presidente di Castel Monte, proponendomi come volontaria. Con Holos è iniziato quello che defini-sco il mio “secondo tempo”: nuovi obiettivi da raggiungere, un nuovo cammino di vita.
Il mio percorso è necessariamente partito dall’approfondimento della neurodiversità, tematica a me sconosciuta, e dalla creazione di una rete di relazioni con famiglie e professionisti del settore, grazie ai quali ho compreso le caratteristiche e soprattutto i numerosi punti di forza delle persone incluse nello spettro autistico. La vera sfida, ora, è quella di riuscire a valorizzarli in ambito sociale, a partire dal lavoro.
La pregressa esperienza lavorativa vicina ai do-mini di valore del mondo imprenditoriale, alla logica win-win” che deve necessariamente guidare le relazioni con le aziende, mi ha permesso di iniziare il dialogo con le associazioni di categoria, accorciando le distanze e agevolando la conoscenza di un mondo come quello della neuro diversità poco conosciuto e che spesso preoccupa i responsabili delle risorse umane e i manager aziendali. Dall’esperienza sin qui acquisita, posso dire che il mondo del lavoro è pronto per fare il salto di qualità verso la convivenza delle diversità ma ha bisogno di essere accompagnato nel cambiamento culturale e nel superamento degli ste-reotipi, nella conoscenza ed accoglienza della diversità non più intesa come deficit o obbligo di legge (L68). Differenza e quindi valore. Convivenza delle diversità che genera confronto tra persone con pari dignità e identità”.

Sacra Famiglia e Castel Monte: come si collocano nelle realtà veneta e trevigiana?
“Castel Monte è una cooperativa e nasce nel 1991 dall’operosità di dieci infermieri. In questi trent’anni i processi evolutivi dell’impresa sono stati numerosi. La cooperativa, infatti, pur venendo inizialmente alla luce come ente di produzione e lavoro, nel breve periodo si trova ad essere anticipatrice della nuova cooperazione, con lo scopo di aiutare la sussidiarietà sociale e pubblica. Oggi Castel Monte è costituita da diverse divisioni socio-sanitarie, è attiva nel campo dell’infanzia, della sanità, della residenzialità, della produzione e dell’autismo.
Il responsabile scientifico della divisione autismo è stato, per anni, il dott. Lucio Moderato, a lungo direttore dei servizi per l’autismo della Fondazione Sacra Famiglia di Milano e consulente in varie Associazioni di familiari autistici del Veneto”.

Secondo il Ministero della Sanità quasi 2 bambini su 100 (età 7-9 anni) presentano disturbi compresi nello spettro autistico. Quale impatto hanno sulla scuola? E sul mondo del lavoro?
“Effettivamente la prevalenza dei disturbi dello spettro autistico secondo dati sia nazionali che internazionali è in continua crescita (in Italia si stima riguardi un bambino su 77, in America un bambino su 40). Questi dati – in parte spiegati dalle migliori capacità diagnostiche, in parte si tratta di un aumento reale correlato a fattori ambientali – sono paradigmatici di un aumento di numerose altre condizioni che riguardano il neurosviluppo. Queste informazioni ci dicono che di conseguenza le scuole stanno accogliendo una popolazione scolastica caratterizzata da una crescente eterogeneità del profilo psico-neuro-biologico, che comporta diversi e complessi bisogni educativi. Si tratta di una importante sfida che il nostro sistema educativo deve affrontare e alla quale occorre rispondere con competenza.
Infatti, se non vengono intercettate tempestivamente le peculiarità di ciascuno studente e valorizzate le potenzialità di apprendimento, è alto il rischio di fallimento in termini di abbandono scolastico e di raggiungimento di obiettivi notevolmente inferiori alle potenzialità dello studente. Rispetto alle altre condizioni di neurodiversità, lo spettro autistico rappresenta la sfida più difficile, data l’ampia eterogeneità delle manifestazioni e dei bisogni di supporto.
La stessa definizione di “spettro” fa comprendere che la questione non si presta a soluzioni sempli-cistiche. Le peculiarità percettive, cognitive, emotive, le caratteristiche della comunicazione e dell’interazione sociale possono presentarsi in modo alquanto diverso da persona a persona, con diverse evoluzioni nel corso tempo. Inoltre, l’eventuale presenza e gravità di disabilità intellettiva incide notevolmente sulle necessità di supporto. E’ comunque importante sottolineare che la maggior parte delle persone nello spettro autistico non ha disabilità intellettiva o ha addirittura intelligenza superiore alla media.
Pertanto, a tutti noi, alla società, è affidato il compito di non trasformare in disabili delle persone potenzialmente assai abili. Ovviamente il percorso educativo ha un ruolo centrale per affrontare questo compito. Attualmente la situazione degli studenti autistici è difficile e destinata a complicarsi, in ragione dell’aumento della prevalenza di questa condizione. Pertanto è urgente intervenire con strategie appropriate. Innanzitutto occorre che la formazione rivolta agli insegnanti venga adeguata alle recenti acquisizioni in ambito neuroscientifico. La migliore comprensione delle caratteristiche percettive, cognitive, emotive e comportamentali con-sente ai docenti di cambiare la prospettiva con cui osservano i propri studenti, passando da un “profilo di deficit” ad un “repertorio di abilità”, su cui pianificare apprendimenti di significato e valore per la crescita dello studente. E’ parte di questo processo anche la valorizzazione di particolari abilità e interessi in alcuni ambiti specifici, nei quali le persone nello spettro autistico possono raggiungere elevati livelli di competenza. Il potenziamento di questi aspetti, in armonia con gli altri ambiti di vita del bambino e del-l’adolescente, può favorire acquisizioni spendibili nel mondo del lavoro al momento della tran-sizione verso l’età adulta.
Di ciò è importante tener conto nella pianificazione dei PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento, precedentemente definiti percorsi di alternanza scuola-lavoro) che dovrebbero essere pianificati tenendo conto delle abilità e delle preferenze dello studente.

Parliamo del loro futuro nel mondo del lavoro.
“Altra criticità riguarda poi il mondo del lavoro: una recente ricerca dell’Università di Pavia ha evidenziato come quasi l’80% degli adulti autistici attualmente non abbia alcuna attività lavorativa.
La situazione migliora leggermente, ma resta preoccupante, se si considerano le persone nello spettro autistico che non hanno disabilità intellettiva: i due terzi di questo sottogruppo non hanno una occupazione e, per la maggior parte, vivono con la famiglia di origine. In altre parole, non conducono una esistenza autonoma, pur avendone le potenzialità. La stessa indagine ha esplorato il versante del mondo delle imprese, le quali hanno riferito di non essere informate circa le caratteristiche e le potenzialità dei lavoratori autistici.
Inoltre, è emersa la difficoltà delle imprese di conciliare l’autismo con il concetto di produttività, aspetto che in realtà potrebbe essere un punto di forza di un dipendente nello spettro se venisse messo nelle condizioni di esprimere il proprio potenziale. In sintesi, dalla formazione degli insegnanti, alla pianificazione dei PCTO, alla sensibilizzazione e informazione del mondo delle imprese, c’è molto lavoro da fare, con la prospettiva di poter consentire a numerosissime persone di condurre una vita di soddisfazione per sé e per coloro che vivranno intorno a loro”.

Lei è una delle candidate alla vittoria del Premio Donna di Innovation Future School, asso-ciazione trevigiana fondata nel 2017 per creare un ponte tra ragazzi ed imprese. Crede che i suoi ragazzi attraverseranno questo ponte? Perchè?
“I ragazzi potranno certamente attraversare il ponte se non verranno mandati allo sbaraglio e se, fin dall’età evolutiva, consentiremo loro di sperimentarsi all’interno di una società che desidera ascoltare, comprendere, accogliere. In altre parole, una società in cui l’unicità di ciascuno è la ricchezza di tutti. Si tratta quindi non solo di far attraversare questo ponte, ma anche e soprattutto di creare un ambiente che accolga tutti da entrambe le parti, persone e imprese. Io credo che in questo momento storico ci siano i presupposti per costruire questo ambizioso progetto, che è in primis un cambiamento culturale. Ed è proprio per permettere tutto ciò che Holos ha richiesto ed ottenuto dalla Regione Veneto l’autorizzazione allo svolgimento di attività di ricerca e selezione del personale nel territorio veneto con iscrizione all’albo delle agenzie per il lavoro.”

A chi dedicherebbe la vittoria del Premio Donna 2021?
“Dedico la mia presenza alla finale del Premio Donna, che per me è già una vittoria, al Dott. Lucio Moderato, la persona che con la sua immensa passione e professionalità ha saputo toccare le corde più profonde del mio cuore nel corso di un convegno di qualche tempo fa, nella mia città, Treviso. Lucio ci ha recentemente lasciati ma nulla potrà interrompere il mio impegno per la realizzazione di alcuni progetti condivisi con lui e, dopo di lui, con una comune amica, la dr.ssa Cristina Panisi. Il loro incontro è emblematico di ciò che può essere creato attraverso la sinergia tra persone molto diverse.
L’incontro reale tra Lucio e Cristina avvenne ad un livello “non visibile agli occhi”; s’incontrarono nella comprensione del dolore delle persone che non avevano voce per esprimerlo. Capirono che, integrando le competenze secondo una multidimensionalità bio-psico-sociale autentica, molte persone autistiche avrebbero potuto stare molto meglio.
Da questa consapevolezza nacque, all’interno di Fondazione Sacra Famiglia e su impulso dell’as-sociazione dei familiari Spazio Blu, il Servizio Innovativo per l’Autismo BluLab. Si tratta di un modello integrato, in cui il supporto educativo è affiancato da competenze medico-internistiche in linea con l’evidenza scientifica riguardante la complessità biologica dell’autismo.
Questo modello è ciò che Holos intende pro-muovere all’interno dei propri servizi e attraverso un corso di Formazione professionale che ha realizzato in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, con la codirezione scientifica del prof.Luigi D’Alonzo e della dott.ssa Cristina Panisi nonché con la promozione di un convegno internazionale sullo spettro autistico che si terrà a Treviso alla fine del mese di maggio 2022 e che avrà come relatori due tra i massimi esperti mondiali di questa condizione: il Dott. Tony Attwood, psicologo australiano, e la Dott.ssa Isabelle Hénault, psicologa canadese“.

di Sabrina Danieli Franceschini