BRUNO GARBUJO IL DEMIURGO DELLA PRIMAVERA DEL CALCIO TREVISO

Con lui e Silvano Colusso quello biancoceleste era uno dei migliori vivai d’Italia.

Biancoceleste purosangue, figlio di Remo portiere del Vitt Montebelluna, e nipote di Roberto ex attaccante del Montebelluna, quindi socio del Treviso con Marca Sport.
Bruno Garbujo partecipava, infatti, alle riunioni del Consiglio di Amministrazione di Marca Sport – ovvero del Treviso calcio – in rappresentanza dello zio Roberto.
Lo fa per alcuni anni anche se sogna di occuparsi dei giovani. Un desiderio che il presidente Setten decide di sposare dando via libera a Bruno che, nel biennio 2007-08 e 2008-09, può finalmente gestire il Settore giovanile della società.
Garbujo si rimbocca le maniche e, ben spalleggiato da Bruno Tedino che, in quel frangente – inizi anni Duemila – era Coordinatore tecnico del Treviso, riesce a ridare slancio all’intero gruppo e settore, squadra Primavera compresa. Il sogno e lavoro dura però poco anche se, proprio nell’ultima stagione 2008-09 il club conferma la bontà del lavoro svolto da Bruno, cedendo il centravanti – figlio d’arte – Gianmarco Zigoni al Milan, unitamente a Barbini e Dal Compare. Al Vicenza, che era interessato anche a Marchiori, va invece l’altro pezzo da novanta della Primavera trevigiana, Ragusa.
Sono questi gli ultimi rigurgiti del Settore giovanile del Treviso Fbc 1993.
L’immobilismo o qualche ritardo, scopre Garbujo, può costare caro.
Il Responsabile biancoceleste si meraviglia del com-portamento di alcuni dirigenti di altre squadre: “In nove anni di settore giovanile – afferma Bruno – non ho mai contattato direttamente la famiglia di un giovane senza aver parlato prima con la società. Evidentemente in giro c’era, e c’è, gente che non ha più alcun riguardo».
Udinese, ma anche Padova, Cittadella e altre squadre mettono nel mirino i talenti biancocelesti.
Con la retrocessione, meglio con il fallimento del club, il progetto e tutto quanto era legato ad esso va in frantumi. Garbujo e compagni pensavano di riuscire a costruire almeno una Beretti discreta, considerando il fatto che non avrebbero partecipato al campionato Primavera stante la discesa in serie C.
Ma, in realtà, il fallimento del club azzera qualsiasi programma o progetto.
Viceversa, molti giovani cresciuti nel vivaio avrebbero finalmente potuto trovare spazio da titolari, vedi i casi Martin, Martina e altri della loro età che avrebbero potuto giocare anche in serie B ma, come sappiamo, il Treviso aveva una rosa troppo ampia. Cala così il sipario sulla società di via Foscolo non senza qualche rimpianto davvero di troppo, sia esso per la prima squadra ma soprattutto per il Settore giovanile cresciuto a tal punto da diventare oggetto del desiderio da varie società della massima serie.

AMARCORD

Se proponessimo una squadra di giovani schierati nella Primavera nel decennio 2000-2010 potremo verificare quanti pezzi da novanta fossero transitati nel Settore giovanile biancoceleste. Eccone alcuni: Provedel attuale portiere dello Spezia in serie A ma all’epoca attaccante, sì attaccante, della squadra Primavera trevigiana. Bressan, altro portiere di spessore poi in forza al Chievo. Quindi Marchetti oggi estremo al Genoa e Frasson approdato all’epoca al Vicenza. Quindi i difensori Frison, Marchese, Martina, Martin, Ton, Ivan Merli, Pasqual, Dal Compare e Barbini. E ancora, i centrocampisti Poli, Foggia, Russotto, Gazzi, Fietta, Ragusa, Carcuro, Giuliato, Fonjock, Fabbris, Wilker, Colavetta, ecc. Gli attaccanti Barreto, Reginaldo, Borriello, i fratelli Gianluca e Davide Lapadula, Acquafresca, Gianmarco Zigoni, Mayr, Longo, Pozzebon (ancor oggi 2021-22 in forza ai biancocelesti), Sestu, Bradaschia, ecc. E come non ricordare la preparazione atletica effettuata, a Lancenigo di Villorba, da Edinson Cavani, uruguagio non tesserato per mancanza di …soldi da parte del Treviso, approdato così a Palermo con il presidente Zamparini. Al listone della squadra Primavera aggiungiamo qualche allenatore: Tedino, Feltrin, Bortoluzzi, Bosi, Daniel, Susic, Soncin, Rinaldo Cavasin, Luca Bressan, ecc.
Oltre a questa “raccolta” di personaggi vogliamo ricordare anche alcuni VERI E PROPRI BIG che hanno vestito la maglia biancoceleste e sono riusciti ad emergere nella massima serie. Un riepilogo: i portieri Handanovic e Cordaz (entrambi all’Inter), Provedel (Spezia), Bressan (Chievo), Marchetti (Genoa) e Frison (Vicenza). I difensori Bonucci, Gobbi, Dellafiore, Frasson, Marchese, Martina, Martin, Ton, Ivan Merli, Pasqual, Dal Compare e Barbini. I centrocampisti Parravicini, Poli, Foggia, Russotto, Gazzi, Fietta, Ragusa, Carcuro, Sestu, Carcuro, ecc. Gli attaccanti Beghetto, Missirolli, Fornasier, Torromino, Mayr, Sestu, Bradaschia, Florian e Gianmarco Zigoni. Senza dimenticare un bomber che salì effettivamente sul tetto del mondo: Luca Toni.

E QUALCHE ALLENATORE?

Sandreani che era nel giro azzurro, poi Carera, Ottoni, quindi Viscidi attuale coordinatore delle nazionali azzurre maschili giovanili, Feltrin, Tedino, Giampaolo, Ezio Rossi, Alberto Cavasin, Diego Bortoluzzi, Bepi Pillon, Gotti, Balbo, Tesser, Dal Canto, Foscarini, Rumignani, Diego Zanin, Breda, D’Aversa, Di Carlo, Trombetta, Bosi, Susic, Soncin, Bellotto, ecc. E anche Gianni De Biasi che guidò l’Albania (2011-17), portandola all’Euro 2016, quindi allenò l’Alaves e, dal 2020, la nazionale dell’Azerbaigian.

 

di Piergiorgio Zavarise
[gennaio 2022]