Dove eravamo rimasti? A Verona, AGSM Forum, finalissima di Champions, a Paola Egonu che alza al cielo il trofeo più ambito, quella coppa inseguita fortemente dall’Imoco Volley e raggiunta con fatica ma con pieno merito quale conclusione ideale di un’annata incredibile, pazzesca, praticamente perfetta. L’Invincibile Armata gialloblu si era confermata tale su ogni taraflex lasciando alle avversarie le briciole, giusto qualche set qua e là, ma senza cedere una singola vittoria. Ed è proprio da lì che le Pantere hanno ripreso, da quella sensazione di controllo (per non dire di dominio) che ha contraddistinto una stagione epica, da passare al libro dei record. La nuova annata sportiva non poteva aprirsi dunque in modo differente. Anzi, con un vero e proprio ritorno all’antico – in tutti i sensi, come purtroppo vedremo. Il successo in Supercoppa contro le eterne rivali dell’Igor Gorgonzola Novara ha arricchito la bacheca societaria del quattordicesimo trofeo ufficiale (in nemmeno dieci anni di vita: altro record) e ha chiarito nuovamente che chiunque in Italia voglia ambire a vincere qualcosa, tra scudetto e coccarda, dovrà fare i conti con chi quei simboli li porta oggi sulla maglia da gioco. Ovvero, l’Imoco. A Pala Panini di Modena è occorso un po’ di tempo a Conegliano per carburare al meglio, ingranare le marce giuste e regolare l’AGIL Volley, ma alla fine la Supercoppa ha viaggiato col pullman gialloblù verso la Marca. Le teoriche difficoltà iniziali sono dovute a diversi fattori, a cominciare da un oggettivo rinnovamento della compagine di coach Santarelli che ha dovuto sostituire alcune pedine – la più importante, Kimberly Hill – e che sta completando l’inserimento dei volti nuovi anche a copertura degli imprevisti che si sono manifestati strada facendo. Già, gli imprevisti. O meglio dire, gli infortuni. Nell’ultimo anno Conegliano si era praticamente dimenticata dei tanti problemi fisici, alcuni parecchio gravi, che l’avevano azzoppata in precedenza. Nella stagione dei record, delle vittorie in serie e della quintupla corona, la malasorte che in passato si era accanita sulle Pantere pareva essersi presa finalmente una pausa. Ora invece i guai hanno nuovamente fatto capolino all’interno dell’Imoco che nel rapido volgere di qualche settimana ha dovuto rinunciare a Miriam Sylla e a Sarah Fahr, entrambe vittime di infortuni alle ginocchia: la palermitana ha accusato lo stop pochi giorni prima del via della nuova stagione, la tedesca d’Italia si è dovuta operare al legamento crociato e la rivedremo solamente nel 2022. Due contrattempi impossibili da pronosticare e che hanno inciso sulla tabella di marcia preparata dallo staff tecnico gialloblu, che tuttavia ha fatto tesoro delle esperienze precedenti trovando alternative e studiando contromosse che, alla riprova del campo, si sono rivelate efficaci. L’annata, iniziata con la Supercoppa, è proseguita con altre vittorie in campionato che hanno confermato la validità dell’Imoco versione 2021/22, almeno sul fronte interno. Il vero banco di prova si avrà però a breve, con l’inaugurazione della stagione di Champions e col Mondiale per Club, manifestazione che vide le Pantere prevalere nel dicembre 2019 e che da allora attende di riprendere l’attività dopo il lungo stop per pandemia. Il mito della corazzata gialloblu nacque in quei giorni invernali in Cina, superando con fatica ma determinazione la concorrenza turca – resta epico il ricordo della semifinale contro il Vakifbank concluso in un tie-break da 23-21 – ed acquisendo la consapevolezza di poter davvero competere con chiunque. Furono proprio quei confronti ad altissimo livello, contro avversarie di assoluto spessore provenienti da tutto il pianeta, a forgiare la durezza mentale ed il carattere di una squadra già tecnicamente fortissima ma che in precedenza aveva vissuto dei passaggi a vuoto dovuti a dubbi, insicurezze, piccoli sbandamenti nella concentrazione. Da Shaoxing tornò una formazione imbattibile che difatti da quel momento in avanti non avrebbe concesso sconti a nessuno. Dei cinque titoli detenuti e rimessi in palio, il primo (la Supercoppa) è stato confermato. Col senno di poi, è quello forse meno prestigioso e più semplice da conquistare, in gara secca contro una squadra già conosciuta. Le insidie arriveranno nei prossimi mesi, in Europa più che entro i confini nazionali. La lepre gialloblu ha già fatto capire all’ampia concorrenza di non aver paura e di voler correre ancora più veloce del vento: i mastini alle sue calcagna riusciranno a riprenderla?
di Federico Bettuzzi