Addio al Prof. Alberto Pivato, eccellente esperto Ambientale: il ricordo dell’amico don Paolo Magoga, Presidente della Fondazione Opera Monte Grappa

Il 23 gennaio, la comunità accademica ha subito una perdita significativa con la prematura scomparsa del professor Alberto Pivato, rinomato esperto ambientale di 48 anni e ricercatore di grande valore. Il Prof. Pivato era membro del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell’Università di Padova.

Tra le numerose collaborazioni del professor Pivato, si annoverano le attività e gli incontri con il Centro Spiritualità e Cultura Don Paolo Chiavacci e la Fondazione Opera Monte Grappa.

Abbiamo chiesto al Direttore del Centro, don Paolo Magoga, di condividere con noi i ricordi legati al Prof. Pivato.

Don Magoga, come ha conosciuto il Prof. Pivato?
La nostra conoscenza risale al gennaio 2022 durante un incontro sul tema della qualità dell’aria, intitolato “L’ARIA CHE RESPIRIAMO”, organizzato dall’amico Dott. Erick Bortolazzo presso il Centro don Chiavacci. Il Prof. Pivato era uno dei relatori di quell’occasione, e da quel momento è nata una profonda amicizia. Abbiamo condiviso pareri, idee e progetti fin da subito.

Ci parli dei progetti che avete realizzato insieme…

Pochi mesi dopo il nostro incontro, abbiamo collaborato per la realizzazione dell’impianto ThermoCompost, il quale produce energia biotermica per una casa situata nel Centro don Chiavacci. Progettato dal Prof. Pivato in qualità di coordinatore del gruppo di ricerca del Laboratorio di Ingegneria Sanitaria Ambientale del Dipartimento ICEA dell’Università di Padova, l’impianto è stato completato nel maggio 2022 grazie al contributo degli studenti della Facoltà e in collaborazione con il settore termoidraulico della Scuola di Formazione Professionale di Fonte, con la supervisione della Dott.ssa Rachele Malesani.

 

Il Prof. Pivato – Inaugurazione del Sentiero Didattico Inclusivo

Il vostro rapporto di amicizia e collaborazione è proseguito nel tempo…
Sì, abbiamo continuato a sostenere reciproci progetti. Nel settembre 2023, il Prof. Pivato è intervenuto all’inaugurazione del

don Paolo Magoga – Inaugurazione del Seniero Didattico Incclusivo

“Sentiero Didattico Inclusivo” presso il Centro don Chiavacci in occasione della “Giornata Mondiale del Creato”, presentando un’opera teatrale a due voci intitolata “Non esistono più le mezze stagioni”, che trattava in modo ironico la problematica dei cambiamenti climatici.

 

Inoltre, abbiamo realizzato una versione evoluta del ThermoCompost grazie a un finanziamento MabUnesco ottenuto dalla Fondazione Opera Monte Grappa, con la collaborazione di CNA Asolo e il supporto tecnico di Francesco Pilotto. Il Prof. Pivato in questa occasione ha tenuto una relazione ai ragazzi della Scuola di Formazione Professionale di Fonte.

 

Ci può parlare delle altre attività non accademiche del Prof. Pivato?
Oltre al suo ruolo accademico, Alberto Pivato aveva instaurato profondi legami con la comunità attraverso le sue pubblicazioni e podcast come “Green stories”, realizzato insieme al Vescovo Monsignor Michele Tomasi. Egli era anche uno storico politico, amministratore e membro della compagnia teatrale stabile del Leonardo.

Avevate altri progetti in corso?
Nel giorno della sua scomparsa, stavamo organizzando un viaggio all’estero, poiché gli era stata offerta l’opportunità di presentare il progetto del ThermoCompost sperimentato al Centro don Chiavacci. La sua ultima apparizione pubblica risale a pochi giorni fa, quando ha tenuto la relazione dal titolo “Non esistono più le mezze stagioni” al teatro Aurora di Treviso, in un evento organizzato dall’Azione Cattolica di Treviso. In questa occasione, ha anche reincontrato il Vescovo Monsignor Michele Tomasi.

La prematura scomparsa del Prof. Pivato lascia un vuoto nella comunità accademica…

Sicuramente, ma anche nelle vite di coloro che, come me e tutti al Centro don Chiavacci, all’A.P.S. Incontri con la Natura per la Salvaguardia del Creato “don Paolo Chiavacci” e alla Fondazione Opera Monte Grappa, avevano il privilegio di conoscerlo.

di Nicoletta Bortolozzo