Nutribullet: il sogno Europa è realtà!

Dopo un precampionato da sogno, Treviso conquista il diritto a disputare la Champions League

Meno di un mese per zittire scettici, cassandre e bastian contrari: tanto è bastato alla Nutribullet, sapientemente messa in campo da coach Menetti, per mettere a segno un incredibile percorso netto che l’ha portata di diritto a rientrare tra le protagoniste non solo del basket italiano, ma anche di quello europeo.

Archiviate in fretta le uniche due amichevoli precampionato, vinte contro i Kapfenberg Bulls e la Top Secret Ferrara, Treviso si è catapultata alla velocità della luce dentro una manifestazione utile più a preparare i preliminari di BCL che altro, ovvero la Supercoppa Italiana. Inserita in un girone a tre squadre assieme a Brescia e Napoli, la Nutribullet ha piazzato un percorso netto davvero notevole, aggiudicandosi quattro partite in sette giorni (dal 3 al 9 settembre) e conquistando il diritto ad affrontare Milano nei quarti di finale.

Torneremo più tardi su questa partita, mentre sulla Supercoppa possiamo ben dire quanto si sia visto l’affiatamento della truppa allenata da Menetti, che anticipando l’inizio della preparazione ha certamente avuto un vantaggio rispetto alle altre formazioni, ma che sul campo ha saputo dimostrare di essere già molto coesa. Peccato solo per l’infortunio occorso al gomito sinistro a capitan Imbrò. I tempi di recupero ancora incerti, ma la società ha deciso di non intervenire sul mercato.

Una breve pausa, poi Bortolani e soci si sono buttati a capofitto nei preliminari di accesso alla Basketball Champions League, terza competizione europea. Tre partite a eliminazione diretta, tre gare secche da disputare tra le mura amiche del Palaverde in quanto Treviso ospitava il concentramento a sei squadre. Una mossa falsa e gran parte degli sforzi per allestire una squadra competitiva durante l’estate sarebbero stati vanificati. Treviso non poteva e non voleva mancare l’obbiettivo e così è stato.

Nei quarti di finale c’è stata ben poca storia. Davvero poca cosa i volenterosi London Lions, spazzati via con un eloquente 89-62. Diverso è stato il discorso in semifinale, con i coriacei Bakken Bears avanti fino a metà gara, l’inerzia che veniva ribaltata nel terzo quarto e la strenua resistenza agli assalti finali dell’ultimo periodo. Per chiudere il cerchio, ecco la terza vittoria in cinque giorni contro i favoriti del Tsmoki-Minsk, travolti senza troppi complimenti con un netto 95-78, anche se in avvio i bielorussi avevano impensierito non poco i tifosi con una partenza da 21-8. Poi, in cinque minuti di pura trance agonistica, Treviso ha calato un 22-0 che ha indirizzato il match.

Un collettivo, quello della Nutribullet, che sta già facendo vedere cose egregie. Menetti è riuscito a ruotare comodamente dieci giocatori (poi nove, dopo l’infortunio di Imbrò), gestendo alla perfezione i minutaggi ed evitando di spremere troppo alcuni uomini chiave. In questo modo ha potuto trovare protagonisti sempre diversi: se Russell e Sokolowski sono state piacevoli conferme, Sims ha fatto dimenticare molto in fretta Mekowulu. Dimsa è cresciuto col passare dei match, fino a diventare protagonista assoluto nel match contro Minsk dove ha segnato 26 punti, mentre Jones è un centro tuttofare, dal rendimento ancora inferiore alle attese. Il pacchetto italiani è di sicuro affidamento (Akele e Chillo), mentre ha stupito Bortolani, già molto sicuro dei propri mezzi e a proprio agio nel nuovo team. Bene a tratti anche il giovane Casarin.

Smaltita l’euforia della qualificazione ai gironi di BCL – al via il 5 ottobre, si giocherà contro avversarie in Grecia, Lettonia e Ungheria – ecco che meno di 20 ore dopo la vittoria contro Minsk c’erano da disputare i quarti di finale di supercoppa contro Milano. Una porcata made in Legabasket che in maniera miope ha stilato e dato seguito a un calendario-farsa. Nel match disputato in terra bolognese, per la cronaca terminato 108-60 in favore dei meneghini, hanno trovato spazio i giovani dell’under 18, con soli quattro senior in campo dopo le fatiche delle partite precedenti. Serviva proprio offrire uno spettacolo del genere?

di Ubaldo Saini